18
Mar
11

Oggi

Ho deciso di cancellare una buona parte di questo blog, lasciando solo gli articoli più rappresentativi del 2007/2008. Molte persone citate negli articoli cancellati non ci sono più… e io sono andata avanti.
Ancora una volta, da quegli anni, è tutto cambiato. A volte in meglio e a volte in peggio. Ma così è la vita per tutti. Non so se riprenderò la scrittura di questo blog, sono contenta però che i miei sfoghi siano stati, negli anni, utili ad alcuni di voi per esternare i propri sentimenti. Grazie a tutti quelli che fin qui mi hanno seguito.

30
Ago
08

St. Gilgen

Nei dintorni di Salisburgo si trovano molti laghi bellissimi. Uno di questi è il Wolfangsee, dove i Mozart si recavano per soggiorni di vacanza. Prima di arrivare ai laghi si attraversano campagne dolcissime. Davvero dei luoghi incantevoli.

Questo è il paesino di St. Gilgen

in uno dei tantissimi caffè del villaggio si trovano delle sedie mooooolto particolati. Mozart e Anna Maria Walburga (la madre di Mozart) seduti ai tavolini 😉

30
Ago
08

Mauthausen e St. Georgen a.d. Gusen

 

Immerso nella splendida campagna si trova il paese di Mauthausen. Pochissime indicazioni per raggiungere il Lager… che sorge su una collina nelle immediate vicinanze delle abitazioni.

 

L’arrivo al lager di Mauthausen

L’entrata

Lapide in ricordo delle forze USA che hanno liberato i campi di  Mauthausen, Ebensee e Gusen

Lapide in memoria di tutte le vittime del lager

La piazza centrale del lager, a sinistra alcune baracche dove “vivevano” i deportati. Alla fine della piazza si trova un grosso giardino che oggi ospita  un cimitero anonimo di circa 9000 vittime e che all’epoca era destinato a campo della quarantena. A destra edifici delle SS, le cucine, l’infermeria, la camera a gas, il forno crematorio, la sala della celabrazione della liberazione (5 MAGGIO 1945), una cappella. Appena entrati, lateralmente di trova il muro dei lamenti. Non ho ritenuto di fotografare tutto, troppo doloroso e commovente ma quello che ho visto non lo potrò mai dimenticare.

La sala della celebrazione per la liberazione del campo

l’interno di una baracca

le docce

la lavanderia

alcuni bagni dei detenuti

un letto a castello ed alcuni armadietti dei detenuti

 

all’interno di un letto a castello, qualcuno ha lasciato un rosario.

La camera a gas. Adiacente a questo luogo si trovano alcune sale delle torture che non mi sono sentita di fotografare per rispetto di quanti vi sono morti. Una cosa che mi ha agghiacciato è l’aver visto la fredda e lucida organizzazione che gli aguzzini avevano dato ad ogni angolo delle stanze…

Nel forno crematorio, si trovano fiori, bigliettini e lumini che i superstiti, i visitatori e o i parenti hanno lasciato.

questo è parte del campo della quarantena. Al momento della liberazione, circa 9000 cadaveri ammucchiati nel lager, vennero seppelliti qui.

All’esterno del lager si trova una sorta di parco dove le nazioni che hanno avuto vittime, hanno costruito alcuni monumenti alla memoria. Questo è quello Italiano e recita “Agli Italiani che per la dignità degli uomini qui soffersero e perirono”. Mentre camminavamo per i vialetti, diversi operai stavano sistemando parte del giardino, rivoltando la terra e siamo stati investiti da un odore acre, simile a quello dei cimiteri (ho sempre pensato che fossero i fiori a dare quell’odore ma mi sbagliavo, perché qui non ci sono fiori… quindi è l’odore della morte)

Il monumento dell’Ungheria

Il monumento di Israele

Dal monumento di Israele, proseguendo su una stradina sterrata, si arriva alla scala della morte – 186 gradini, ora restaurati ma all’epoca assai sconnessi che portano dal lager alla cava di pietra dove i detenuti erano ai lavori forzati e dove molti vennero trucidati…

Queste scritte e la piantina fanno parte del cartello che si trova davanti al lager di St. Georgen a.d. Gusen. Purtroppo – mi domando come sia stato possibile! – del lager di Gusen non resta molto. Dove sorgevano i campi di sterminio oggi ci sono graziose abitazioni, i cui balconi si affacciano sul camino del forno crematorio… trovo incredibile come queste persone abbiano potuto non solo abbattere il lager ma addirittura costruirci sopra villette… sapendo quello che è successo lì… incredibile.

questo è il forno crematorio di Gusen. In questo lager moltissimi Italiani sono morti ed è commovente trovare i bigliettini scritti a mano dei parenti che possono piangere i loro cari solo in questo luogo (dove gli abitanti di St. Georgen vivono come se nulla fosse accaduto).

Consiglio a tutti di visitare questi luoghi. Penso che sia un obbligo morale e civile vedere e cercare di rendersi conto di quanto è successo (perché è successo…), per non dimenticare e per evitare che altri stermini simili possano verificarsi ancora.

Segnalo i siti web dei campi di concentramento che ho visitato:

Mauthausen

Gusen

30
Ago
08

rientro in città

Sono tornata ieri sera dalla breve vacanza a Salisburgo. E’ andato tutto benissimo, il tragitto in macchina da Milano, passando per St. Moritz (il passo del Maloja è meraviglioso!), Innsbruck, Bavaria e l’arrivo, Flora è stata bravissima, il soggiorno in città è stato delizioso. Di seguito e nei prossimi post inserirò alcune foto e una breve descrizione di quello che ho visitato. Il 26 agosto con i miei genitori (e Flora – che purtroppo non è potuta entrare e quindi abbiamo fatto i turni) sono andata ai lager di Mauthausen e a St. Georgen a.d. Gusen, dove mio nonno durante la II Guerra Mondiale è stato prigioniero. E’ stata una visita davvero commovente e dolorosa ma sono molto contenta di aver visto con i miei occhi. Abbiamo trovato molti visitatori, di tutte le nazionalità e molti giovani. Il 27 agosto siamo andati a St. Gilgen, un villaggio fuori Salisburgo, sulle rive del Wolfangsee – un lago bellissimo.

Qui di seguito, troverete le foto di Salisburgo, una cittadina meravigliosa, pulita e ordinata. 

 

 

La vista della città alta

 

Una fontana molto carina

 

Il Duomo

 

Le catacombe e l’antico cimitero

 

La casa dove ha abitato Mozart

 

Sulla facciata della casa di Mozart si trovano questi antichi campanelli collegati alle finestre dei diversi piani dell’edificio.

 

I giardini Mirabell (quella nella foto non sono io… non c’era verso di farla spostare e non potevo attendere delle ore… perciò eccola qua!)

 

 

tre salvadanai a forma di rana che ho “dovuto” acquistare… troppo carine!

26
Lug
07

Lettera al nonno

Caro nonno,

 

ti scrivo per dirti grazie. Grazie per avermi insegnato a difendere con tenacia i miei diritti e il mio pensiero, grazie per avermi regalato tante giornate serene fin da quando ero piccina, grazie per essermi stato di esempio con tutte le tue vicissitudini, grazie per essermi stato vicino quando ne ho avuto bisogno, grazie per come mi guardavi e per come mi sorridevi in questi anni di malattia. Ho qui davanti al mio computer una tua foto del 1990, sei in montagna su un sentiero. Sei abbronzato, indossi un pullover blu e i jeans. Mani in tasca. Sei ancora in salute e guardi verso chi ti ritrae – penso il mio papà – con aria fiera. Alle tue spalle un bosco e un cielo azzurro con soffici nuvole. E’ così che ti immagino ora. E’ così che deve essere ora. Chissà se hai già incontrato la Rhoda, forse ti è corsa incontro… Dalle una carezza da parte mia.

Ti voglio bene,

 

tua nipote

23
Lug
07

ciao Nonno, ti voglio bene

Questa mattina è morto mio nonno. Eravamo al mare quando ci h raggiunto la telefonata che ci comunicava che il nonno stava male. E’ stato portato in ospedale ma non ce l’ha fatta. L’ho visto per l’ultima volta sabato 14 prima di partire, sono salita in casa sua e l’ho salutato; non immaginavo (o forse sì) che non l’avrei più rivisto. Quando abbiamo appreso la notizia del ricovero in ospedale abbiamo fatto le valige in pochi minuti e siamo saliti in macchina dove la telefonata di Annalisa ci ha comunicato che il nonno non c’era più. Durante il viaggio verso casa mi sono venuti in mente tanti momenti che ho passato con il mio nonno, mi veninva a prendere a scuola, la domenica mi portava a bere il crodino al bar dello stadio, le passeggiate nei boschi, le partite a carte e a risiko, le litigate… (odiava perdere!), i suoi modi di dire e le espressioni del viso. I suoi occhi azzurri, meravigliosi. Me lo rivedo mentre gioca a tennis con mio fratello. Mi manca, negli ultimi mesi parlava poco e a bassa voce e ora non riesco a ricordarmi il timbro della sua voce… mi manchi nonno e ti voglio bene. Ora non sei più imprigionato nel tuo corpo malato e infermo, ora sei libero. Ti voglio bene.